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Parole di Raphael

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seva
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Parole di Raphael

Messaggio da seva » 07/01/2017, 23:38

Queste parole di Raphael, forse attinenti agli argomenti in corso, sono offerte senza vincoli.
D. Può la mente riconoscere tutta questa incompiutezza se è essa stessa incompiutezza?

R. Deve scoprirlo da solo. Prenda l’invidia, per esempio. Cerchi di seguire dentro di sé questo moto energetico: quando nasce, perché‚ nasce, come nasce, come si matura, come la spinge a determinare un certo tipo di comportamento. Segua questo processo d’incompiutezza dalla nascita fino alla maturazione e conseguente estroversione. Deve fare, cioè, dell’invidia un oggetto di conoscenza, ciò implica la presenza di un soggetto operandi. Se l’uomo fosse solo la mente non potrebbe mai realizzarsi, per fortuna la mente è solo uno strumento, il riflesso di qualche cosa che sta dietro a essa.
Raphael, Alle fonti della vita, Edizioni Parmenides (ex Asram Vidya).

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Re: Seme dall'Asram Vidya

Messaggio da seva » 09/01/2017, 9:21

D. Non ho compreso la differenza tra mente, pensiero, idee, ecc. Che cos’è che devo risolvere: la mente, i pensieri o altro? E’ importante questa risposta per me.

R. Quando parliamo di veicoli, di involucri o di guaine, ci riferiamo a quel composto energetico che è mantenuto in una certa forma dalla potenza vitale di un Centro interiore. Quando tale Centro ritira la sua forza coesiva da un veicolo, questo si disintegra e si disperde nello spazio. Possiamo notare un tale processo osservando la fine del corpo grossolano che indossiamo. Ogni veicolo si esprime con certe qualità e caratteristiche che sono inerenti alla sua natura. Così, quello mentale è un composto energetico che risponde a determinate possibilità; diremo, è sensitivo al mondo delle percezioni, delle idee, dei concetti. La mente ha la capacità di visualizzare o proiettare interi universi e di percepirli in modo simultaneo. Ciò che condiziona lo stesso veicolo è la solidificazione energetica delle idee-immagini. Un’immagine mentale è carica d’energia, costituisce un potenziale di vita che deve trovare, presto o tardi, una via di sfogo, di scarico, altrimenti si trasforma in tensione. Un contenuto mentale costituisce una bottiglia di Leida, può scoppiare nella nostra spazialità psichica da un momento all’altro; rappresenta un tumore psichico che, non risolto, produce turbamento e conflitto. Quindi, non è il veicolo in quanto tale che bisogna distruggere, ma i prodotti fossilizzati che ristagnano nella sua stessa circonferenza e che condizionano e avvelenano. Come il corpo fisico produce certe cristallizzazioni che col tempo diventano rifiuti e vanno eliminati per non avvelenare il sangue, così la mente produce certe cristallizzazioni ideali-concettuali che vanno eliminate se non si vuole andare incontro a malattie psichiche. L’individuo, purtroppo, si attacca con forza ai suoi contenuti mentali fino a creare veri stati anormali o di grave conflitto; egli non è mai quello dell’oggi, del presente; è sempre quello del passato, della sua memoria; vive di continuo nel tanfo dei suoi cadaveri psichici putrefatti. La coscienza dell’essere è dilaniata tra il peso determinante di milioni di giorni defunti, solidificati e il momento presente che è la sua vera condizione di esistenza.

Raphael, Alle fonti della vita, Edizioni Parmenides (ex Asram Vidya).

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Re: Seme dall'Asram Vidya o Raphael

Messaggio da seva » 11/01/2017, 1:48

«“Tat tvam asi” (Tu sei Quello) è la più alta espressione delle Upaniṣad. L’unico errore che un discepolo può commettere è quello di consentire alla mente empirica (manas) di concettualizzare tale Realtà ponendola di fronte a sé come semplice oggetto creando così una dualità».

Raphael, Avadhutagita, Presentazione, Edizioni I Pitagorici.

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Re: Parole di Raphael

Messaggio da seva » 14/01/2017, 8:24

Queste parole di Raphael, forse attinenti agli argomenti in corso, sono offerte senza vincoli.
«Ogni vero dialogo non si svolge tra due individui, ma tra due cuori, tra due coscienze disponibili, tra due menti ricettive, tra due paia di occhi che cercano di comprendersi. Laddove c’è contrapposizione, reazione, fanatismo e superbia non può esserci dialogo e comprensione. Avere una coscienza disponibile non vuol dire trovarsi in condizione passiva o inerziale.
Dialogare, nell’accezione tradizionale, significa percorrere una via, un sentiero; significa incontrarsi.
Un altro punto è questo: la verità delle cose sta nelle cose stesse, come la soluzione di un problema sta nella comprensione dello stesso problema; la verità dell’essere sta nell’essere e cercarla fuori dell’essere sarebbe come se tu volessi cercare fuori di te quel vestito che già hai indosso. Ancora: se la verità che emerge dal nostro dialogo non viene vissuta dalla tua coscienza, non potrai risolvere i tuoi problemi conflittuali».
Raphael, Tat Tvam Asi, Edizioni Parmenides (ex Asram Vidya).

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Re: Parole di Raphael

Messaggio da seva » 28/01/2017, 9:05

A - Perché Brahman produce questo movimento apparente?

R - Questa domanda verte sulla natura dell'Essere e solo I'io empirico irrazionale poteva porla. Se ben rifletti, su tutto possiamo speculare tranne che sulla natura dell'Essere o della Costante.
La natura di un dato è, e non possiamo aggiungervi più niente. La Realtà ultima impone che ogni possibile perché su di Essa dev'essere escluso. Nell'Uno-senza-secondo non ci sono domande.
Ricordati che ci sono problemi mal posti proprio perché la mente non comprende la sua natura, altri problemi non hanno ragion d'essere e altri si risolvono con I'intervento della Conoscenza.

Raphael, Tat Tvam Asi, Edizioni Asram Vidya, pag. 54

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Re: Parole di Raphael

Messaggio da seva » 28/01/2017, 11:45

Queste parole di Raphael, forse attinenti agli argomenti in corso, sono offerte senza vincoli.

Il sentiero metafisico si pone sul piano dell'intelligenza informale per cui la sfera emozionale ne è completamente esclusa. Questo tipo di yoga è quello del puro intuire le cose o le apparenze, va al di là di ogni fenomenologia, di ogni ragione comune, di ogni tipo di religione, di morale sociale mutevole e di esperienze sensoriali, essendo tutte queste cose frutto di un conoscibile mediato.

Le verità metafisiche non possono trovare schemi, concetti o costrutti mentali analitici, poiché trascendono ogni esperienza fisica. D'altra parte, meditare ciò che non risponde ad un dato sensoriale-formale non è facile; la mente sensoriale ha necessità di concepire ogni realtà in relazione ad una forma, un'immagine, e il più delle volte la stessa immagine imprigiona il pensatore che, invece, dovrebbe essere sempre indipendente. Il sentiero metafisico presenta delle difficoltà poiché si deve abbandonare il normale e usuale processo pensativo e spostarsi su condizioni di comprensione adimensionale, aformale inusitate. Richiede, ovviamente, un abbandono dell'inconscio personale e collettivo.

Un prematuro accostamento a questo sentiero potrebbe paralizzare il normale processo percettivo e pensativo sensoriale, senza conseguire l'accesso o la possibilità comprensiva superiore. Ne risulterebbe un'inerzia mentale e una confusione senza limiti con stati di coscienza aberranti e sfocianti in annichilimento della dinamica mentale rappresentativa.

Questo pericolo può rendersi acuto qui in Occidente poiché si propende più per un tipo di mente sensoriale-formale, riconoscendole, fra l'altro, un valore unico e insostituibile. Quella metafisica è certamente una strada che comprende l'Infinito con le sue virtuali possibilità manifestanti e manifestate; ma questa comprensione è integrale Realizzazione in quanto si invera nell'adepto un'Identità effettiva, cosciente, non teoretica(poiché in questo caso la conoscenza sarebbe solo di ordine sensoriale o razionale-formale, quindi eruditiva), né virtuale perché tale condizione è sempre esistita e non è venuta mai meno.

All'asparsa yoga non si arriva per disciplina autoimposta né per fede né per devozione né per qualunque azione mossa dall'espressione individuale-sensoriale, ma per un'autoconsapevolezza interiore profonda, per cui ogni moto estrovertito energetico tende ad esaurirsi, rendendosi lo spirito completamente affrancato.

Raphael, introduzione alla Mandukya Upanishad, edizioni Asram Vidya

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Re: Parole di Raphael

Messaggio da seva » 09/05/2017, 10:49

Attento a non cadere in questo tranello: può avvenire che la separazione e l'unificazione con lo Zolfo risultino illusorie perché generalmente si é realizzata solo la sensazione di essere separati dal mondo sublunare; é l'io mentale o volgare che si sente distaccato da eventuali pensieri ed emozioni; in altri termini, puoi sperimentare un riflesso della vera separazione e unificazione mediante la mente sensitiva che é uno strumento periferico e indiretto di percezione e di conoscenza del Mercurio volgare.

Potrai avere anche un certo dominio delle energie, o guna, conquistando un'adeguata libertà e indipendenza egoica, epperò potendo cadere nel compiacimento e nell'abuso di tale libertà. Occorre che tu distingua ciò che é un semplice dominio di energie individuali qualificate, che apporta ovviamente una relativa libertà di scelta, da quella che é l'autentica "separazione alchemica", che investe la totalità del Centro solare.
V'é un punto della "separazione" in cui si determina una stasi di direzione del processo naturale vitale, processo che, se non interrotto dall'esperienza alchemica, avrebbe continuato il suo decorso normale di movimento. In questa condizione l'io empirico, o mercuriale, si sente perduto e frustrato perché manca di appoggio, di relazione, di espressione; esso sente odore di morte e diventa un lottatore per riprendere forza e vitalità. Occorrono sicura consapevolezza, profondo ardore di vera Liberazione e amore dell'Arte per superare questo momento critico , e la realizzazione può aversi con un supremo e ardito slancio di unione con il Sé sulfureo. Ricorda che l'Ardore alchemico é un mezzo potentissimo, un artifizio (facere con arte =maniera di agire), uno strumento atto ad agire per saturare la tua Aura magnetica che, a sua volta, matura eventi. Inoltre, segui la massima profondamente esoterica di S. Paolo quando afferma che la fede é sostanza di cose sperate. In questo punto di crisi possono anche presentarsi due vie: quella che porta al mondo divino e quella che porta al mondo infero. Se l'adeguata purificazione é presente, oppure la volontà di essere Sé é sovrana, si prenderà la prima via, diversamente la coscienza viene atterrata e l'Opera distrutta.


Raphael, La triplice via del fuoco
Fuoco di Vita, la realizzazione secondo l'Alchimia
edizioni Asram Vidya (ora Parmenides)

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Re: Parole di Raphael

Messaggio da seva » 23/05/2017, 11:09

Vi è una via esoterica e una via exoterica. Molti sono adatti per quest'ultima e, come aiuto, possono trovare una folta letteratura. Ma la via esoterica, o iniziatica, per quanto se ne possa scrivere, non si può descrivere, per quanto se ne possa parlare, non si può concettualizzare.
Se ti dicono di parlare rispondi:
dammi il Fuoco della Conoscenza.
Se ti dicono di amare, rispondi:
dammi il Fuoco dell'Amore.
Se ti dicono di togliere un peso a qualcuno rispondi:
dammi il fuoco della potenza
.

La "Via del Fuoco" è per coloro che vogliono, prima di tutto, riempire le proprie bisacce.
Non si può dare ciò che non si ha.
I più sperano di dare ciò che non hanno.
I più sperano di dare senza possedere: l'Io Empirico vive e si perpetua nell'illusione.

Non cercare di trasformare gli altri. Trasforma te stesso. Solo la tua compiutezza rende compiuto lo spazio di vita che ti circonda.
La “Via del Fuoco” è risolversi per risolvere.


Raphael- La Triplice Via del Fuoco - I,26 27

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