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Jṅānamārga: il sentiero della pura conoscenza

La via della conoscenza: la discriminazione della realtà di ogni contenuto o inferenza, nel distacco della presenza.
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cielo
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Jṅānamārga: il sentiero della pura conoscenza

Messaggio da cielo » 25/10/2016, 13:57

Jṅānamārga

Viveka e Vairagya - Discriminazione e distacco

Il processo di discriminazione e distacco inizia dalla precipua posizione coscienziale cui l'ente è chiamato ad assistere/vivere. La discriminazione fra i diversi gradi di percezione della manifestazione del Reale, infatti, mostra come un possibile miglioramento, non essendo presente, è meno reale della contingenza presente, qualunque essa sia, pertanto viene accantonata qualsiasi idea di meglio o di peggio perché "meno" reale del proprio momento presente.

A questo primo momento di analisi, segue la discriminazione della percezione - non in sé perché la percettività può essere esaminata solo dopo che non è più coperta dalle percezioni, anche se l'intuizione o la conoscenza indiretta può farla ritenere accessibile.

La discriminazione della percezione prosegue per linee dirette: la percezione presente è quella da prediligere nell'analisi. Solitamente in funzione della posizione interiore e le predisposizioni vitali (varnasrama), l'aspirante conoscitore si trova a portare avanti una discriminazione sensoriale (rivolta alle percezioni che provengono dall'esterno) o interiore (rivolta alle percezioni che provengono dall'interiorità).

La percezione esteriore non è l'insieme di tutte manifestazioni percepite, è l'insieme di quelle che in una qualche maniera hanno un effetto sulla vita interiore dell'aspirante, toccano e influenzano i moti dell'animo. Per poterle discriminare pertanto occorre il distacco (la capacità di vederle/ascoltarle e riconoscerle senza aderire nel processo di discriminazione) e la capacità di concentrazione per rimanere fermi nell'osservazione.
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La discriminazione non consiste in una valutazione, nella disanima o escussione dei parametri e variabili di un determinato evento; essa è piuttosto la valutazione della sua effettiva capacità di determinare effetti, poiché in esame non è l'evento in sé, quanto la variabilità del soggetto rispetto allo stesso.

Non si escute che se tenendo stretta una mela, al cessare della stretta essa cada. Quanto va osservato è se c'è una qualche variazione interiore alla sua caduta. Se appare una qualsiasi alterazione, lì c'è un contenuto che necessita risoluzione. Un processo di questo genere portato avanti nel pieno distacco dal corso degli eventi, ha un triplice effetto.

Esso porta in emergenza man mano tutti i contenuti, li risolve, impedisce l'insorgenza di altri. E' il processo di osservazione del testimone.
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La discriminazione non consiste in una valutazione, nella disanima o escussione dei parametri e variabili di un determinato evento; essa è piuttosto la valutazione della sua effettiva capacità di determinare effetti, poiché in esame non è l'evento in sé, quanto la variabilità del soggetto rispetto allo stesso.

Non si escute che se tenendo stretta una mela, al cessare della stretta essa cada. Quanto va osservato è se c'è una qualche variazione interiore alla sua caduta. Se appare una qualsiasi alterazione, lì c'è un contenuto che necessita risoluzione. Un processo di questo genere portato avanti nel pieno distacco dal corso degli eventi, ha un triplice effetto.

Esso porta in emergenza man mano tutti i contenuti, li risolve, impedisce l'insorgenza di altri. E' il processo di osservazione del testimone.
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Raphael dona voce a Shankara e agli altri Conoscitori tradizionali mostrando all'aspirante conoscitore quali siano le linee da seguire nella sadhana individuale.

La pratica del testimone, pur costruita dal neofita, trova il suo inizio nella naturalità dell'aspirante che abbia raggiunto i requisiti chiesti allo yogi.

La comprensione di sé‚ la conoscenza oggettiva, la abilità di riconoscere la verità nelle Scritture o di capire le
contrapposizioni relative, sono le qualità (laksana) che deve possedere un candidato alla liberazione degno della
conoscenza dell'atman (atmavidya).
Solo colui che usa il discernimento (vivekino), il distacco (viraktasya), la calma (śama) con le qualità
concomitanti (gunaṣālinah), e che aspira ardentemente alla liberazione (mumuksoreva) può investigare sul Brahman
(brahmajijnasa).

Shankara, Vivekacudamani 16-17, Traduzione e commento di Raphael, Edizioni Asram Vidya

Premadharma - brani tratti da forum pitagorico

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