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La Notte Santa

La via del cuore, della devozione. L'abbandono al Divino per trascendere il divenire.
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ortica
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La Notte Santa

Messaggio da ortica » 25/12/2020, 11:51

Alle elementari la maestra ci faceva imparare a memoria le poesie, allora si usava così.
Ce n’era una, natalizia, che mi piaceva così tanto che ancora ne ricordo qualche verso: “Maria già trascolora divinamente affranta...”
Chissà perché, secoli dopo, si sono inventati che Maria ha partorito senza dolore.
Gli uomini, non capiscono proprio di parti.

Seguendo questa traccia sono andata a cercarla e l'ho riscoperta, si tratta de La Notte Santa, di Guido Gozzano.
È una poesia semplice, da bambini appunto che possono anche credere che a Betlemme, a dicembre, cada la neve.

La Notte Santa racconta la storia di questi due sposi, lei incinta al termine, che arrivano a Betlemme dopo un lungo viaggio, ma per loro non c’è posto da nessuna parte.

Non c’è posto fra i saggi e i dotti, fra i negromanti e gli astrologi, non c'è posto fra i ricchi, fra i buoni borghesi.
Per loro non c'è posto, è tutto pieno.
“Aspettano la stella”, senza rendersi conto che la stella è proprio lì davanti ai loro occhi.

I due sposi sono disperati, il figlio sta per nascere e sono in mezzo alla strada, di notte, soli.

Lei è poco più di una bambina, ha le doglie, lui, di poco più anziano, non sa come aiutarla.

Questa mente bambina se li immaginava e partecipava delle loro vicende, soffrendo insieme a loro.
In fondo era una storia di suspence, avvincente.
Quel campanile che scocca le ore e tu non sai come andrà a finire, cioè lo sai perché te lo hanno detto, ma non si sa mai.
A un certo punto, finalmente, dopo tanto vagare, sul fianco della montagna i viandanti scorgono una stalla, una grotta scavata nella roccia.

Là, in mezzo agli animali, il bambino viene alla luce, nascosto nella grotta.

La grotta del cuore.

Quando auguro Buon Natale è questo che sottintendo: che quella grotta non sia mai vuota.




LA NOTTE SANTA


- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

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