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Hanumān: il servitore di Rama

La via del cuore, della devozione. L'abbandono al Divino per trascendere il divenire.
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cielo
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Hanumān: il servitore di Rama

Messaggio da cielo » 10/10/2016, 9:39

La devozione è il mezzo per la salvezza dell'uomo e l'amore è la sua più alta espressione

La devozione non si può descrivere a parole.

Fra tutte le forme di sadhāna, la bhakti (devozione verso il Signore) è la più facile e più santa.

Bhakti è una parola derivata dalla radice "bhaj" con il suffisso "thi" che vuol dire "seva" [servizio disinteressato].

Esso denota un sentimento d'amicizia unito ad un timore reverenziale.

La devozione richiede l'uso della mente, del corpo e della parola per adorare il Signore che rappresenta l'amore totale.

La devozione e l'amore sono inseparabili ed interdipendenti.

La devozione è il mezzo per la salvezza dell'uomo e l'amore è la sua più alta espressione.

Narada dichiarò che adorare il Signore con amore illimitato è devozione.

Vyasa ritenne che far culto con amore e adorazione è devozione.

Yajnavalkya affermò che la vera devozione è controllare la mente e rivolgerla verso l'interno ed
esperimentare la gioia atmica della comunione con il divino.

Un altro punto di vista sulla devozione è la concentrazione della mente su Dio e l'esperienza dell'unità con Lui.


Dāsya, la settima forma di devozione, significa servizio dedicato, l'atteggiamento del seva (servitore) dedito e fedele verso Dio, incarna la capacità di rendere servizio a tutti senza distinzione. Hanuman ha incarnato questa qualità, durante il tretāyuga (l'era del "triplice sostegno" nella quale discese l'avatar Rāma con i suoi tre fratelli: i quattro veda).
Fu uno dei devoti più fedeli, umili e coraggiosi di Rāma e nel Rāmāyana è il capo e condottiero delle scimmie, rappresentato a sua volta come una scimmia di forza e valore straordinario.


Immagine


Hanuman fu il più grande esempio di questo tipo di devozione [dāsya].

Concentrarsi su Rama e servirlo erano le sue principali occupazioni.

Hanuman non era un essere ordinario, bensì un maestro di sessantaquattro arti e scienze.

Rama lo descrisse come un eroe che possedeva immensa forza e saggezza. In ogni cosa che intraprendeva, Hanuman indagava se il Nome di Rama vi era presente. Se Rama non c'era, gettava anche la gemma più preziosa che considerava inutile.

Mentre si stava costruendo il ponte di Lanka, Hanuman gettò i massi nel mare pronunciando il Nome di Rama.

Le lettere "Ra" e "MA" erano scritte su quei massi e quando risalirono composero il Suo Nome.

Ogni capello di Hanumān faceva eco al nome di Rama.

Egli non aveva senso dell'ego, avendo abbandonato tutti i sentimenti di proprietà.

Quando i demoni di Lanka gli chiesero chi fosse, egli dichiarò: "lo sono un servo del Signore di Kosala* (Rama)

Una notte ho sognato Hanumān, nel sogno non sapevo che fosse lui, ma al mattino, considerata la persistenza costante delle immagini oniriche nella mia mente, ho raccontato il sogno ad un amico e, quando mi ha chiesto di descrivergli la creatura mostruosa che avevo sognato, gli ho detto: "Era come Hanumān, anzi era proprio lui, il grande devoto di Rama, maestro di 64 arti e scienze. Nel sogno ne ha certamente usate alcune...".

Era un delirio, il sogno, nel senso che sapevo di dormire e di sognare e vivevo alcune vicende su diversi piani di coscienza ed ero molto vigile e cosciente su ogni piano.
Era come se il televisore fosse acceso su più canali/palcoscenici di sogno che si sono poi intersecati per permettermi di entrare in modo deciso in una storia, quella che mi avrebbe poi permesso di andare a farmi un viaggio con Hanuman che evidentemente era intenzionato a mostrarmi la sua abilità nel volo libero, lanciandosi da altissimi dirupi.

Quella sera avevo la febbre alta e per me che non ce l'ho mai era una novità. Così ho ingurgitato pure una dose di paracetamolo, visto che ero in vacanza e volevo ristabilirmi al più presto..
Su un canale di sogno c'era mia nonna (morta) che stava lavorando in un bar, in un bel posto di mare...visto che la ricordo "giovane novantenne", nel sogno decidevo di aiutarla con i clienti e incontravo varie persone, a cui portavo la colazione ai tavolini, che mi raccontavano le loro storie.

In disparte, su un altro canale di sogno, in un salotto molto grande, c'era un signore insieme a un ragazzo-mostro, che tutti evitavano...
Nel quadro di sogno successivo, parlavo con questo "padre", rivivendo tutte le vicende che avevano condotto quel signore un po' aristocratico ad occuparsi amorevolmente di quella creatura abbandonata da tutti che per lui era ormai un figlio...

Decidendo di lasciar perdere il bar e mia nonna che aveva altri aiutanti di sogno, mi sedevo nel salotto per conversare con questo signore che mi spiegava che quella creatura rappresentava una fusione del dna del ragno (???) e dell'uomo.
"Dunque - dico io - una specie di uomo-ragno dei fumetti?"
"Esatto. - dice lui -. Nel sogno penso: "Sarà l'effetto manga, contagio dei ragazzini?"
Possibile...In ogni caso mi è servita l'informazione per accettare il seguito del sogno...

Gli facevo domande molto razionali e discutevamo per un po'. Nel sogno avevo la consapevolezza di me stessa che faceva le domande razionali e mi sentivo nel complesso un po' stupida nel farle.
Intanto guardavo di straforo questa creatura dal corpo grigio e dal volto molto bianco, con la coda con una punta in cima.
In effetti era una scimmia umana, più che un ragno, col grigio pelo raso e il volto diverso dall'umano...
Alta, snella, dinoccolata...(un simil ragno gambe lunghe?)
A un certo punto la creatura mi prende per la mano e mi dice: "Vieni con me".
Vado senza nessun timore, mi incuteva rispetto e tenerezza, soprattutto dopo aver sentito quanto fosse stata emarginata ed esclusa dal contatto con gli umani che ne provavano ribrezzo e paura.

Ci troviamo in cima a colline e montagne altissime. Siamo in cresta e la creatura si lancia da un dirupo e inizia questo lunghissimo volo tra le montagne, va giù dei tratti in caduta libera, ma poi per così dire, vira nel volo e scende lungo una direzione che dolcemente si dirige verso terra.

Io non ho più nessun pensiero né domanda razionale ormai, guardo questo volo meraviglioso e i miei occhi, il mio punto di vista, scende insieme a lui, come se scendessi la montagna a grandi balzi in contemporanea alla creatura che scende dal cielo.
Al termine un atterraggio emozionante su un prato verde pieno di fiori.
Arriva come nuotando e si abbassa sempre di più, diminuendo progressivamente la velocità, fino ad appoggiarsi delicatamente sul prato per poi voltarsi a pancia all'aria a godersi il sole.
Sono arrivata di corsa vicino a lui: "Ma tu voli!", gli ho detto. Mentre atterravo pensavo: "è bellissimo, l'uomo può volare....!"
La creatura si è voltata e mi ha fatto un bel sorriso. Sono rimasta ancora un po' a godermi quell'affettuosa intimità e poi mi sono svegliata.

Il sorriso di Hanuman lo avevo già visto in India e me ne ero innamorata; ero entrata nel tempio di Prashanti nilayam (la dimora di pace infinita: asram di Sai Baba) dove i devoti si ritirano in meditazione al termine dei "darshan" (quelli che riescono ad entrare dopo un'affannosa corsa e il beneplacito delle seva).
Era la prima volta che ci entravo e ad accogliermi vidi una statua meravigliosa, molto grande, a braccia aperte e con un magnifico sorriso, dolcissimo.
Una visione che apre il cuore e che ti fa sentire a casa tua....Hanumaṇ

Certe visioni sembrano indelebili, se chiudo gli occhi ora, vedo ancora la creatura che vola, nella luce e nelle nuvole, con le montagne verdi dietro le spalle o sotto i piedi a fargli da trampolino, e l'atterraggio, un miracolo di destrezza....
Hanuman: maestro di sessantaquattro arti e scienze. Mi inchino ai suoi piedi di scimmia.

E' dopo questo sogno che ho deciso di cercare nelle upanishad eventuali riferimenti al ragno ed è stata una ricerca fruttuosa e istruttiva.

i brani sono tratti dal discorso di Sai Baba "Gli immortali devoti" dell'8 gennaio 1986.
*Kosala fu un regno del nord India con capitale Ayodhyā su cui regnava la stirpe di Rama


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Hanumān: Danger remover. Ayodhya

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