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La storia di Devahuti

La via del cuore, della devozione. L'abbandono al Divino per trascendere il divenire.
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cielo
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La storia di Devahuti

Messaggio da cielo » 27/04/2017, 15:09

Sebbene sia il non-nato e l'indistruttibile atman.

sebbene sia il Signore di tutte le creature,

fondato nella mia propria natura,

Io vengo in esistenza attraverso il potere della mia Maya.

Bhagavad Gita, IV,6

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Quella che segue è la storia di Devahuti, di suo marito, il saggio Kardama e del loro figlio Kapila, come è narrata nello Śrīmad Bhāgavatam

E' una delle moltissime storie, una più straordinaria dell'altra, che questo testo riporta.
Secondo alcuni la datazione dello Srimad Bhagavatam, o Bhagavata Purana, risale all'inizio del Kali Yuga e dunque a circa 5000 anni fa, altri (gli studiosi più attenti ai riscontri testuali) ritengono che sia stato scritto nel IX sec. d.C.
Nel primo caso questa mirabile opera sarebbe, quindi, di gran lunga precedente alla nascita di Gesù l'ebreo, nel secondo assai successiva.
Risolvere tale questione sarebbe di certo importante per quelli che tengono alle priorità, convinti come sono di possedere l'unica verità e di doverla imporre agli altri.
Sarebbe, al contrario, del tutto irrilevante per quelli che sanno che i simboli esistono per unire nella medesima vibrazione ogni essere.

Ecco la storia, una storia, ogni storia.

Devahuti, figlia di Svayambhuva Manu, va in sposa giovanissima al saggio Kardama.
Pur essendo tendenzialmente casta, serve il marito con amore e devozione.
Kardama costruisce per lei un meraviglioso palazzo volante magnificamente decorato e insieme godono di ogni gioia e bellezza, Devahuti risplende tanto da apparire simile a Kama stesso, il dio del desiderio.
Insieme i due sposi mettono al mondo nove figlie, ciascuna delle quali a sua volta prenderà come marito un saggio, a seconda delle proprie predisposizioni.
Ma Devahuti è triste, teme che Kardama l'abbandoni per il samnyasa e l'implora di non lasciarla sola.
Kardama la rassicura: il tuo ventre, mia cara sposa, è veramente sacro, in esso s'incarnerà, attraverso il mio seme, la scintilla divina.

Il saggio disse:
"Non essere rattristata, o principessa. Tu sei in realtà degna di lode, e l’infallibile Signore Sovrano entrerà ben presto nel tuo grembo per diventare tuo figlio.

Tu ti sei sottomessa a voti sacri, e Dio ti benedirà. D’ora in poi adora il Signore con grande fede, controllando i sensi, osservando le pratiche religiose, praticando l’austerità e offrendo in carità le tue ricchezze.

Poiché tu Lo avrai adorato, il Signore Sovrano diffonderà il mio nome a la mia gloria. Egli taglierà il nodo del tuo cuore diventando tuo figlio e insegnandoti la conoscenza del Brahman."


Srimad Bhagavatam, 3,24.2,3,4

Così Devahuti partorisce Kapila, incarnazione del Principio.


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Il bambino cresce sano, amorevole e bello, ma, a un certo punto, deve pur seguire il suo destino di avatara e il cuore di sua madre soffre per il distacco.
Egli, misericodioso, le insegna lo yoga e l'immortale filosofia del Samkhya, affinchè lei stessa e tutti gli esseri possano essere liberati.

La Divina Persona disse: Mia cara madre, il percorso dell'auto-realizzazione che ti ho appena insegnato è molto facile. Puoi seguire questo sistema senza difficoltà e seguendolo molto presto tu sarai liberata, anche all'interno del tuo attuale corpo.

Disse Maitreya: La Suprema Persona, del divino Kapila, dopo aver istruito la sua mata madre, le chiese il permesso di lasciare la sua casa, perchè la sua missione era stata compiuta.

Srimad Bhagavatam, 3,33.10,12


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Devahuti, attraverso la pratica della devozione e della rinuncia insegnatale dal figlio, ben presto realizza la conoscenza totale e, al momento di morire, sceglie volontariamente di trasformarsi in un fiume perenne che irriga tutta la terra affinchè centinaia di migliaia di esseri possano placare in quell'acqua la loro sete di conoscenza.

[da gruppo vedanta citra» 24/12/2011 - forum pitagorico]

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