Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie

Della pratica personale e di gruppo

La via dell'azione comprende le pratiche ripetute: hatha yoga, mantra yoga, laya yoga, sabda yoga, tantra.
Rispondi
Avatar utente
Fedro
Messaggi: 1016
Iscritto il: 31/08/2016, 18:21

Della pratica personale e di gruppo

Messaggio da Fedro » 26/06/2021, 10:21

Si passa il tempo ad "insegnare" la spiritualità dove invece essa può solo essere praticata.
(Chiedevi dei gruppi in questo forum).
Ove non si riesce a praticare da soli, ci si prova in gruppo. Lì le dinamiche interiori che prima non si vedevano perchè latenti o in sfuggenza si è costretti ad affrontarle perchè affiorano nel confronto o stimolate dai fuscelli negli occhi altrui.

Il gruppo insegna anche che ci sono cose sgradevoli che occorre accettare perchè non è ancora tempo di risolverle.

Certo! Sarebbe bello parlare di samadhi, elevati stati di coscienza, via diretta, etc. etc.
Peccato che non serva (a parte le indicazioni sui libri per indirizzare quei pochi qualificati...)!

Osserva i partecipanti dei forum, questi e altri. Ognuno ha la sua via, idea, opinione da dare, se non imporre.
Oscuro o chiaro, le sue idee sono superiori a quelle altrui...

Mai che si comprenda che una visione che non contempli anche quelle altrui non è reale. E che il Reale, in quanto tale, non si può contrapporre al non reale.

Ogni qualvolta mi scontrerò per sostituire una opinione altrui con una mia, dovrei aver chiaro che entrambe sono solo apparenti, vere in quel momento e destinate ad essere abbandonate.

Un obbrobrio quasi pari al proselitismo, l'aspetto più deteriore che contraddistingue i culti non tradizionali.
Quanti sono in grado in grado di realizzare l'Avadhutagita di Dattatreya?

E perchè si indulge in ciò che non ci compete? Che senso ha che io studi testi di fisica quantistica se mi mancano le basi matematiche e le fisiche basilari? Come posso studiare tecnica delle costruzioni senza aver fatto meccanica razionale e scienza delle costruzioni o studiare termodinamica senza fisica due?

Andare ad un master universitario se non si sono fatte le elementari e, pertanto, non si sa nè leggere nè scrivere?
Fare archeologia senza aver studiato la storia o la letteratura pertinente?

Se non sono un monaco che senso ha che studi/pratichi le pratiche dei monaci?

Se sono uno studente perchè devo praticare gli usi di un capofamiglia?

Ogni qualvolta mi sto confrontando con qualcosa che non mi compete, in realtà sto tralasciando qualcosa che invece mi compete. Ecco perchè poi alla fine non arriva quasi nessuno, perchè quasi tutti passano il tempo a fare altro dal cammino.

C'è un flusso vitale. Di suo organizzato. Basta seguirlo, intervenendo quel tanto per rettificare, sciogliere quei punti che per situazioni contingenti si sono cristallizzati.
A questo serve lo yoga, a questo servono le pratiche meditative, a questo servono pranayama e mudra.

Quando arrivo alla fine delle mie aspirazioni, allora inizia la pratica finale, quella concentrata, quella cui posso dedicare tutto il mio tempo, allora in funzione delle condizioni dei veicoli, possono servire delle tecniche di aiuto, ma certo è che se desidero avere figli e un partner, posso praticare tutto lo yoga del mondo: non andrò da nessuna parte, prima di aver fatto quell'esperienza.
Anzi...il non averla fatta, l'averla fuggita, condizionerà la pratica.


Premadharma

(Tratto da dialogo privato)

Rispondi