Liberamente ricevuto, liberamente dato.
Inviato: 06/01/2021, 8:51
Una cosa che ho faticato molto a comprendere è stata del perchè mai, se veramente fosse “liberamente ricevuto, liberamente dato” mi si diceva, anzi sottolineava, che non fosse “gratis”, ovvero che avesse un costo. Nella mia logica se qualcosa era liberamente, non poteva avere un costo, un prezzo, e quindi o era gratis o non lo era.
Non capivo, non comprendevo, che il costo, il prezzo di cui si parlava stava proprio nel liberamente, nella libertà, nella libera possibilità di entrare e uscire, di essere ricevuto come donato, nell’apertura infine. Nei Vangeli viene detto, bussate e vi sarà aperto.
Matteo 7, 7-8 :Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
L’aprire una porta ha un doppio significato, o meglio la si può leggere in entrambe i sensi; quello di entrare ma anche quello di uscire, quello di ricevere come di dare, di liberamente ricevere come liberamente dare.
Quindi per tornare al “costo”, al “prezzo” di cui si parlava prima, questo altri non è che l’apertura (simbolicamente di una porta), l’apertura di cuore richiesta affinchè si crei uno spazio per il quale possa (liberamente) transitare il dare come l’avere, il donare come il ricevere.
Quindi l’iniziale “liberamente ricevuto, liberamente dato” passa necessariamente per una nostra apertura (di cuore) senza la quale nulla passa, nè per un verso nè per l’altro. Non si può ricevere nulla senza apertura, ma altresì non si può donare nulla senza la stessa identica apertura. Anzi, le due, ricevere e donare sono reciprocamente proporzionali all’apertura stessa.
Tanto quanto si dona, tanto si riceve; tanto quanto si riceve, tanto si dona.
Arrivare a riconoscere in ambito spirituale che quel “donare” altro non è che il “servizio” stesso, il passo è breve. Nel classico rapporto discepolo-maestro, il discepolo di ogni tradizione si poneva (e si pone tutt’oggi) a servizio del maestro. Questo porsi a servizio è sinonimo di apertura, di iniziazione, di aprire la porta (del cuore) onde poter ricevere l’insegnamento, e dalla cui stessa porta aperta poter offrire servizio e dono di sè al maestro (o chi per lui).
E come prima, la misura con cui sapremo “aprirci” ponendoci al servizio, sarà anche quella con cui saremo in grado di comprendere l’istruzione e insegnamento ricevuto.
Servizio quindi come apertura, solo che una volta che l’apertura è attuata, che la “porta” si sia aperta, non è che si può scegliere e\o distinguere tra servizio al maestro, o al mio prossimo, o al mondo intero. E così come non si può decidere o scegliere cosa esce e\o si dona altrettanto si potrebbe dire in entrata, di cosa si riceve. Accade quindi che il servizio diventa servizio al mondo intero e altrettanto si potrebbe dire dell’istruzione\insegnamento, anche questo diventa del mondo intero e non solo limitata alla figura e persona del maestro.
Accade quindi che la comprensione (vogliamo chiamarla amore ?), sia in entrata che in uscita dall’apertura del cuore, sia del tutto libera, liberamente ricevuto, liberamente dato. Sì perchè in fondo ciò che entra ed esce dal cuore (dall’apertura del cuore), chiamalo servizio, chiamalo, istruzione\insegnamento tradizionale, chiamalo testimonianza di sè, sempre moto del cuore è, sempre liberamente ricevuto-liberamente dato è, e se non il cuore, l’amore, cosa?
Non capivo, non comprendevo, che il costo, il prezzo di cui si parlava stava proprio nel liberamente, nella libertà, nella libera possibilità di entrare e uscire, di essere ricevuto come donato, nell’apertura infine. Nei Vangeli viene detto, bussate e vi sarà aperto.
Matteo 7, 7-8 :Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
L’aprire una porta ha un doppio significato, o meglio la si può leggere in entrambe i sensi; quello di entrare ma anche quello di uscire, quello di ricevere come di dare, di liberamente ricevere come liberamente dare.
Quindi per tornare al “costo”, al “prezzo” di cui si parlava prima, questo altri non è che l’apertura (simbolicamente di una porta), l’apertura di cuore richiesta affinchè si crei uno spazio per il quale possa (liberamente) transitare il dare come l’avere, il donare come il ricevere.
Quindi l’iniziale “liberamente ricevuto, liberamente dato” passa necessariamente per una nostra apertura (di cuore) senza la quale nulla passa, nè per un verso nè per l’altro. Non si può ricevere nulla senza apertura, ma altresì non si può donare nulla senza la stessa identica apertura. Anzi, le due, ricevere e donare sono reciprocamente proporzionali all’apertura stessa.
Tanto quanto si dona, tanto si riceve; tanto quanto si riceve, tanto si dona.
Arrivare a riconoscere in ambito spirituale che quel “donare” altro non è che il “servizio” stesso, il passo è breve. Nel classico rapporto discepolo-maestro, il discepolo di ogni tradizione si poneva (e si pone tutt’oggi) a servizio del maestro. Questo porsi a servizio è sinonimo di apertura, di iniziazione, di aprire la porta (del cuore) onde poter ricevere l’insegnamento, e dalla cui stessa porta aperta poter offrire servizio e dono di sè al maestro (o chi per lui).
E come prima, la misura con cui sapremo “aprirci” ponendoci al servizio, sarà anche quella con cui saremo in grado di comprendere l’istruzione e insegnamento ricevuto.
Servizio quindi come apertura, solo che una volta che l’apertura è attuata, che la “porta” si sia aperta, non è che si può scegliere e\o distinguere tra servizio al maestro, o al mio prossimo, o al mondo intero. E così come non si può decidere o scegliere cosa esce e\o si dona altrettanto si potrebbe dire in entrata, di cosa si riceve. Accade quindi che il servizio diventa servizio al mondo intero e altrettanto si potrebbe dire dell’istruzione\insegnamento, anche questo diventa del mondo intero e non solo limitata alla figura e persona del maestro.
Accade quindi che la comprensione (vogliamo chiamarla amore ?), sia in entrata che in uscita dall’apertura del cuore, sia del tutto libera, liberamente ricevuto, liberamente dato. Sì perchè in fondo ciò che entra ed esce dal cuore (dall’apertura del cuore), chiamalo servizio, chiamalo, istruzione\insegnamento tradizionale, chiamalo testimonianza di sè, sempre moto del cuore è, sempre liberamente ricevuto-liberamente dato è, e se non il cuore, l’amore, cosa?