Il gruppo che cura Vedanta.it inizia ad incontrarsi sul web a metà degli anni 90. Dopo aver dialogato su mailing list e forum per vent'anni, ha optato per questo forum semplificato e indirizzato alla visione di Shankara.
Si raccomanda di tenere il forum libero da conflittualità e oscurità di ogni genere.
Grazie

Equanimità e umiltà

La via dell'azione comprende le pratiche ripetute: hatha yoga, mantra yoga, laya yoga, sabda yoga, tantra.
Rispondi
cielo
Messaggi: 897
Iscritto il: 01/10/2016, 20:34

Equanimità e umiltà

Messaggio da cielo » 30/05/2018, 20:47

Per quanto riguarda la mia mancanza di equanimità e umiltà, è un dato di fatto.
I "lunghi periodi" di meditazione portano sempre gradite/sgradite sorprese, specchiarsi non è un gran bel vedere e quando le botole si aprono ciò che ne esce non è bello ma così è, e riuscire a comprenderlo è un processo molto lungo, puo' durare un'intera vita, mentre riuscire a risolverlo, una volta compreso puo' essere anche immediato.

Ovviamente parlo sempre per me, ci tengo a sottolineare che il mio non è un parlare per assoluti, è semplicemente la mia realtà, condizionata dalla mia esperienza e dal mio percepire; è il fantastico mondo di V :D
Un mondo che sarei ben felice di trascendere.

L'equanimità è forse ciò a cui tendo di più, o meglio, ciò a cui vorrei tendere di più.
I pochi periodi in cui ho avuto la possibilità di viverla mi han fatto ben comprendere cosa sia e come ci si senta quando si è centrati in se stessi, quali incredibili potenzialità offra.
Lo spazio che ci dona, quell'attimo/spazio tra lo stimolo e la risposta allo stimolo, ci permette di essere liberi dalla reazione. O meglio ci permette di poter scegliere, di esercitare il nostro libero arbitrio, ci permette di agire anzichè reagire.

Mi ripeterò ma ci tengo davvero a far chiarezza su questo:
non vi sto spiegando niente, se non quello che intendo con i termini che uso.

Sono conscia che la vostra conoscenza è ben più profonda e amplia di quella che mi accompagna. Tutto ciò che scrivo e scriverò qui, è per me necessario perchè cerco di farvi comprendere a quale tipo di limitata realtà aderisca. Mi è necessario comunicare per farmi conoscere e attraverso questo potervi anche chiedere supporto e/o condivisione.

So di non essere equanime perchè reagisco, e meno tempo dedico alla meditazione e ai ritiri in cui la pratico continuativamente, "più perdo"/meno coltivo equanimità.
Per quanto riguarda l'umiltà, il giudizio è il mio metro, più giudico meno umile sono.
Lavorandoci su, sono riuscita ad esteriorizzarlo meno, grazie alla meditazione ne sono più consapevole, cerco di nutrirlo meno ma interiormente sento che talvolta c'è un gran inutile giudicare, grazie alla pratica sento il giudizio affiorare, talvolta riesco ad osservarlo equanime, talvolta invece reagisco:

- non accettando ciò che mi viene detto ad esempio, a volte rispondo prima ancora di aver compreso cosa mi è stato detto
- cercando di imporre la mia volontà/percezione/visione senza neanche aver prima realmente/completamente accolto quella altrui

così facendo talvolta causo inutile sofferenza a me e agli altri.
Se riuscissi ad accrescere l'umiltà, ad aderirvi maggiormente, sarei più felice e anche le persone con cui verrei in contatto lo sarebbero.
Posto in karma yoga perchè, al mio vedere, le "qualità" dell'equanimità e dell'umiltà richiedono la consapevolezza nell'azione quotidiana, nel divenire, dove "non ci sono altri" con cui misurarsi, ma portatori di visioni e di vissuti da accogliere, senza comparazioni con la propria. Questo sbilancerebbe la percezione, orientandola a una continua "pesata" di ciò che appare e scompare,nelmovimento del vivere.

Sarebbe da mantenere una posizione che osserva il gioco dei contrari, l'altalena dell'umore, lo scorrere di ogni aspetto del divenire dal centro della giostra, sapendo di non poter scegliere ciò che la vita ha messo nel piatto e deve essere consumato, digerito ed eliminato.

L'umiltà dissolve, depone le armi, cambia strada se ragioni di opportunità lo richiedono .
Non ha più nulla a cui attaccarsi per rinforzare un'idea, nè aspetta conferme.
Se però arrivano, sboccia la gratitudine.
Trovo insidiosa e rischiosa la "falsa umiltà".
Un po' come uno che chiede scusa o dice: mi sono sbagliato, hai ragione tu, ho esagerato...ma si sente che sotto la cenere la brace è ancora in fiamme e al prossimo soffio si ravviverà.
Concordo pienamente sul fatto che mancando di equanimità e di umiltà si alimenta inutile sofferenza a sè stessi e agli altri.
Come diceva Fedro saggiamente, Gesù ci ha indicato la direzione dell'amare (e rispettare) noi stessi, l'amore per gli altri verrà da sè.
Certo non è facile rimanere al centro della giostra, accettando di essere dove si è e non dove la mente si immagina di essere.

Rispondi